Umanità: voce del verbo accogliere

Sabato 25 marzo 2017, ore 15.30
Auditorium Concordia - Pordenone

Umanità: voce del verbo accogliere
testimonianze a confronto sul tema dell’accoglienza ai migranti

con don Pierluigi Di Piazza, direttore del Centro Balducci di Zugliano
e Fulvio Gon, socio fondatore della Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin di Trieste
conduce Gioia Meloni, giornalista Rai FVG

L’accoglienza ai migranti: un tema quanto mai attuale e drammatico, proposto per interrogarci su quanto siamo disposti a mettere in gioco la nostra umanità di fronte a questo dramma che ha raggiunto dimensioni epocali.
Siamo capaci di immedesimarci nella loro condizione, mettendoci in ascolto fino ad arrivare a comprendere?
È l’interrogativo che don Pierluigi Di Piazza ci pone nel suo libro Il mio nemico è l’indifferenza, e la condizione in cui opera la Fondazione Luchetta, che si prende cura di bambini vittime delle tante guerre che affliggono il mondo. I continui arrivi di persone che hanno dovuto dolorosamente abbandonare la loro terra ci chiamano a riflettere sui valori umani dell’accoglienza e del rispetto per l’ospite straniero: valori che noi stiamo perdendo, mentre erano il fondamento di antiche civiltà. Ce lo rammenta Omero: “Vengon tutti da Zeus gli stranieri e i poveri” (Odissea, Libro VI).
Questo incontro è parte del percorso “Teatro è Società” del progetto Adotta uno Spettacolo 2016-17 dell’Associazione Culturale Thesis.

Ingresso libero con priorità agli studenti delle Scuole Superiori - Info: www.adottaunospettacolo.it

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don PIERLUIGI DI PIAZZA
Nato a Tualis di Comeglians (Udine) nel 1947.
«Guai a chiamarlo don o, ancor peggio, padre. È uno di quei preti che s’impegnano soprattutto nel sociale e s’ispirano a figure leggendarie di sacerdoti come il padre poeta Davide Maria Turoldo, il padre Ernesto Balducci, o don Lorenzo Milani. Facendo parte dello sparuto manipolo dei preti scomodi, Pierluigi si è subito schierato per “una Chiesa povera e umile, che dovrebbe aver paura di una cosa sola: non essere coerente col Vangelo”. In quanto a sé, confida di aver “fatto di tutto per distruggere il ruolo sacrale del prete”, di sentirsi “un laico piuttosto che un funzionario della religione” (Ettore Mo, Corriere della sera 20/2/2005).
Ha fondato nel 1989 il Centro di prima accoglienza per profughi «Ernesto Balducci» di Zugliano (Udine).
Bibliografia: Fuori dal tempio. La chiesa a servizio dell’umanità (Laterza, 2011); insieme a Margherita Hack, Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete (Nuovadimensione, 2012); Compagni di strada. In cammino nella chiesa della speranza (Laterza, 2014).

Centro Balducci >>


FULVIO GON
Giornalista professionista, è stato caporedattore centrale del “Piccolo”, dopo essere stato capo della redazione economica e capocronista, fino al pensionamento (sei anni fa).
All’epoca dei fatti, quando i colleghi rimasero uccisi a Mostar, Fulvio Gon era il presidente dell’Associazione della Stampa dei Friuli Venezia Giulia (carica che ha ricoperto per quindici anni) e membro della giunta nazionale della Federazione nazionale della Stampa, della quale è stato anche vicesegretario nazionale.
È uno dei soci fondatori della Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo e Hrovatin, della quale è stato, per cinque anni, il primo presidente.
Attualmente fa parte del consiglio di amministrazione della Fondazione.

Fondazione Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin  >>


GIOIA MELONI
Gioia Meloni è giornalista professionista.
Nata a Trieste da famiglia sardo-puglio-polacca. Emigrata da piccola all’isola d’Elba, vissuta poi a Firenze, Milano e Modena prima di rientrare nel natio nord est.
Ha iniziato a lavorare a vent’anni nel campo della comunicazione scrivendo per quotidiani e testate nazionali e collaborando sia con la radiotelevisione pubblica che con emittenti televisive private, e come addetta stampa di importanti compagnie teatrali.
I suoi interessi si sono da subito indirizzati verso l’indagine sociale.
Ha realizzato diversi reportage sull’immigrazione, il disagio, le fasce più deboli, gli anziani, prestando attenzione ai temi dell’ambiente e dell’animalismo.
Per molti anni nella Struttura dei Programmi in lingua italiana della sede Rai FVG, che da qualche mese è stata chiamata a dirigere, ha condotto e curato trasmissioni sia radiofoniche che televisive.
Successivamente è stata redattore della TGR (Testata giornalistica regionale) del FVG.
Nella sua attività ama particolarmente “attraversare i confini”, sia fisicamente che metaforicamente.
Per diversi anni responsabile dell’edizione italiana di “Alpe Adria”, un magazine internazionale di attualità, arte e cultura realizzato in collaborazione con le emittenti pubbliche di Slovenia, Croazia, Austria, Svizzera, Baviera e Ungheria.
Tra i suoi lavori: “Baro Romano Drom – Il lungo viaggio dei Rom”, spaccato di una famiglia zingara di oggi dalla quale proviene il primo docente universitario di cultura Romanì. A questo lavoro è stato attribuito nel 2003 il primo premio del concorso internazionale “Amico Rom”.
Dal testo di Pino Petruzzelli “Zingari: l'olocausto dimenticato” ha realizzato “Porrajmos”, che è stato insignito della “Medaglia della Presidenza della Repubblica”.
Villa Miseria”, reportage da una bidonville di Buenos Aires.
Noi, gringos friulani”, “Figli nostri d’Argentina” e “Lontano da dove”: trilogia sulle tracce storiche e l’attualità’ degli emigrati dal Friuli Venezia Giulia in terra d’Argentina. Per TG2 Dossier: “Dalle Alpi alle Ande”.
Attualmente cura e conduce una rubrica radiofonica intitolata “Migranti: esodi del terzo millennio e accoglienza in Friuli Venezia Giulia”.

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